Un rapporto, stretto, tra l’opera dell’architetto Giorgio Busca e le trasformazioni profonde di Alba - di riplasmazione dell’antico tessuto e di ampliamenti, consoni ad un perseguito adeguamento al “moderno” della città - nei decenni centrali dell’Ottocento, già era a mio parere ipotizzabile prima ancora di affrontare il lavoro di ricerca che mi ha permesso di giungere a questa sintesi. La sua lunga permanenza alla guida della città in qualità di Sindaco - dal 1854 al 1866 - e l’ancor più lunga attività all’interno del Consiglio Comunale e delle Commissioni d’Ornato, l’essere l’autore di alcuni tra gli edifici ottocenteschi più qualificati - il Teatro Sociale, il nuovo Cimitero, l’Edificio per le scuole del progettato Collegio-Convitto Comunale (il Liceo Govone) - facevano presumere un peso non indifferente esercitato dalle sue scelte in campo urbanistico ed architettonico sulle decisioni della Città per il proprio futuro.
Di Giorgio Busca sono i progetti di sviluppo reale della città, controllati anche nei dettagli, ai quali lavora per quasi quattro decenni, dalla laurea alla morte, e che rimarranno come riferimento dovuto ancora per gli interventi di pianificazione dei primi anni del XX secolo.
In questi termini l’opera di Giorgio Busca, che interviene su Alba a tutte le scale, da quella urbanistica a quella dell’arredo minuto (targhe stradali e numeri civici tipizzati), costituisce un filtro attendibile attraverso il quale emergono le più significative vicende della trasformazione del Capoluogo delle Langhe in città borghese. Vicende che, del resto, sia nelle proposte di mutazione sia nei modi d’intervento, riproducono a piccola scala un più generale processo di trasformazione che investe un po’ tutte le città del Piemonte, quelle della provincia così come la Capitale.
Michela Viglino Davico
BREVE STORIA DEL TEATRO AMATORIALE AD ALBA
DI Massimo Scaglione
LE PERGAMENE DEI MONASTERI ALBESI
a cura di Roberta Audenino, Rinaldo Comba